La situazione al confine fra Russia ed Ucraina continua ad essere tesa
In questa plenaria di Strasburgo abbiamo fatto il punto con la presidente della Commissione Von der Leyen e con l’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza Borrell, ieri c’è stato un consiglio europeo dei capi di stato e di governo e altri incontri, fra cui quello di Draghi a Mosca sono in agenda nelle prossime ore. Al momento non sappiamo come evolverà questa crisi ma ci sono due punti che vanno ribaditi.
Primo: dobbiamo continuare a lavorare fino in fondo e con determinazione per una soluzione pacifica ma allo stesso tempo serve fermezza di fronte alla minaccia di un’aggressione russa. Non possiamo non stare dalla parte della difesa dell’integrità territoriale di uno Stato sovrano.
L’altro punto riguarda l’Europa che deve diventare un attore politico collettivo nel nuovo contesto geopolitico che si va ridefinendo. L’Europa deve fare sentire una sola voce, al di là delle seppur utili manifestazioni comuni di intenti dei vari Capi di Stato e di governo. È arrivato il momento di ripensare una politica estera e di difesa comune, definire il nostro interesse strategico e ridisegnare un quadro di sicurezza europea che coinvolga anche la Russia.
Se non si fanno passi avanti l’Europa rischia di essere spettatrice di decisioni che vengono prese in altre capitali del mondo.
Ma la colpa non è di Bruxelles, ma di chi ancora pensa che si possa fare a meno di Un’Europa forte e coesa.