Il procuratore di Milano ha chiesto la regolarizzazione contributiva e dei contratti dei lavoratori del settore “food delivery”, un mercato che solo in Italia viene stimato che nel 2020 abbia toccato il valore di 900 milioni di euro. Oggi ci sono circa 60 mila “rider” che lavorano in questo settore, diventato ancora più importante durante la pandemia quando per via del lockdown e delle chiusure dei ristoranti è aumentata la consegna direttamente a casa di cibo e alimentari. La mancanza di tutele per questi lavoratori non è accettabile, è giusto che i riders siano riconosciuti come lavoratori coordinati e continuativi come chiede la procura di Milano. Anche la Commissione europea ha avviato una consultazione delle parti sociali europee, con le quali intende affrontare il tema. Ci impegneremo in Europa per migliorare le condizioni lavoratori di chi lavora nella nuova precarietà creata dalla digitalizzazione. I riders non sono schiavi, non devono essere sottopagati e senza diritti ma meritano tutele.
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Feb